L’INNOVAZIONE è un paradigma del pensiero

XIV edizione del Premio Sapio - Francesco Lo Coco, vincitore del Premio SaluteSu una cosa siamo tutti d’accordo: sono le Imprese e i Paesi che più investono in Ricerca ed Innovazione – nonché nella formazione del personale – a vantare i maggiori indici di competitività nello scenario del mercato globale, perché Ricerca ed Innovazione forniscono loro gli strumenti per rispondere rapidamente all’evoluzione della domanda di prodotti e servizi.
Per le PMI innovare significa creare qualcosa di nuovo, dare riposte che fino a quel momento non c’erano, ascoltare le esigenze e trovare soluzioni inedite. Significa, quindi, rafforzare la propria competitività, investire sul futuro, guardare avanti. Non è quindi un’opzione, è una necessità per la sopravvivenza, per garantirsi un posto nel mercato di domani.
Le aziende cercano il modo di declinare al meglio questi concetti all’interno delle loro strutture e alcune, addirittura, cercano di…innovare l’innovazione.
“Fino ad ora però l’innovazione è sempre stata guidata dall’opportunità: abbiamo raccolto e sviluppato le occasioni che di volta in volta si presentavano. Oggi Sapio ha cambiato rotta e ha deciso di partire dalla promozione e diffusione in azienda di un nuovo approccio all’innovazione,agendo in maniera pianificata e sistematica, stimolando la partecipazione attiva e il coinvolgimento trasversale di tutti i suoi dipendenti, a tutti i livelli, in tutti i settori, creando sinergia tra il mondo della sanità e quello dell’industria”.
Diverse aziende stanno ormai adottando questa formula, che sfrutta la struttura aziendale esistente combinando diversi elementi: condivisione, compartecipazione, compatibilità e capacità dell’organizzazione. Una Innovazione che parte dal basso, quindi, partecipata: l’azienda crede nelle idee dei suoi dipendenti e collaboratori, le raccoglie, le condivide e le sviluppa a livello di squadra.
L’obiettivo di questo processo è quello di generare nuove idee che possano portare ogni anno al lancio sul mercato di 2/4 nuovi prodotti o servizi.
“Integrare colleghi e dipendenti all’interno di alcune fasi di un processo di gestione dell’innovazione strutturato ha una forte rilevanza non solo sulle performance del processo stesso. In Azienda abbiamo recentemente costituito due Comitati Innovazione, dedicati a Sanità ed Industria, che rispondono alla volontà di trasmettere un atteggiamento proattivo ed un senso di appartenenza al Gruppo che sono fondamentali per garantire servizi di alta qualità con alto valore aggiunto per le persone”.
Innovare significa però anche sfruttare al meglio le strutture e le risorse esistenti e saper adeguarle alle nuove esigenze e richieste del mercato, avvalendosi di “pezzi” frutto di processi di innovazione di altri, per produrre un nuovo prodotto/servizio innovativo. L’Iphone è l’esempio di un oggetto rivoluzionario, figlio dell’innovazione tecnologica di Apple che ha saputo servirsi di prodotti innovativi – come i vetri antigraffio e gli accelerometri – sviluppati da altri in ambiti merceologici e in risposta ad esigenze di mercati diversi sui quali peraltro talvolta possono non aver trovato un risultato di successo.
Questa, tra l’altro, è una modalità di ricerca che porta saving per l’azienda sia in termini di investimento economico che di tempistiche. Da una parte si sfrutta la struttura aziendale esistente, dall’altra, attingendo quando è possibile anche da fuori, si accorciano i tempi di messa sul mercato del nuovo.
Ma l’innovazione partecipata dal basso è davvero per tutti? “Risposta assolutamente affermativa – conclude il dott. Dossi. In virtù dell’esperienza personale vissuta, siamo tutti potenzialmente portatori di idee e tutti possiamo ugualmente contribuire ad aiutare gli altri nello sviluppo delle loro idee.
Tutti i dipendenti che ad oggi hanno partecipato all’open innovation, hanno avuto un feedback dal Comitato. È importante che tutti percepiscano che il processo non scarta mai definitivamente le idee presentate perché, quella che oggi non sembra percorribile potrebbe diventare buona in futuro!”.

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