Braincontrol

BrainControlFrontv2Autore del lavoro candidato: Ing. Pasquale Fedele

SINTESI CONTENENTE UNA BREVE DESCRIZIONE DEL LAVORO SVOLTO E DEI RISULTATI OTTENUTI: Il progetto Braincontrol ha avuto come obiettivo la realizzazione di un dispositivo per il controllo di tecnologie assistive mediante il “pensiero”. Basato su una tecnologia Brain Computer Interface (BCI), interpreta la mappa elettrica corrispondente a determinate attività cerebrali e permette ai pazienti di controllare un comunicatore, dispositivi domotici (luci, porte, finestre, allarmi, temperatura, posizione del letto, ecc), ed altre tecnologie assistive. E’ il primo dispositivo nell’ambito delle tecnologie assistive disponibile anche per persone locked-in ed in coma apparente. Si rivolge principalmente a chi è affetto da patologie come tetraplegia, Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), Sclerosi Multipla, e distrofie muscolari di varia natura, consentendo loro di superare disabilità motorie e di comunicazione. È quindi rivolta, innanzi tutto, ai pazienti affetti da malattie che paralizzano completamente o in parte la persona, ma non ne intaccano le capacità intellettive. La prima prima versione di Braincontrol, la cui commercializzazione è stata avviata ad inizio 2015, riempie un vuoto tecnologico per pazienti in locked-in e che non possono utilizzare sistemi di eye-tracking. Essa è costituita da un frasario ed un selettore “si/no/non so”, con feedback audio studiati per un utilizzo da parte di pazienti non vedenti. Sono stati inoltre realizzati dei prototipi funzionanti di comunicazione avanzata ed intrattenimento (tastiera virtuale, text-to-speech, navigazione web, l’interazione via SMS, i social network, e-mail, web radio), domotica (luci, allarmi, temperatura, ecc.) e robotica. In merito a quest’ultima, è stata conclusa la realizzazione di un robot umanoide che ha visto la collaborazione di diverse realtà scientifiche e aziendali col fine di realizzare un avatar, un alter ego, controllabile nei movimenti e nelle funzionalità di telepresenza al fine di poter interagire coi propri cari anche a distanza. Nel periodo che va dal 2012 al 2015 è stato condotto uno studio dal duplice fine: validare l’efficacia del dispositivo quale strumento per la Comunicazione Aumentativa Alternativa; validare il metodo di training adottato in riferimento ai pazienti in stato di locked-in. Lo studio ha visto il coinvolgimento di 41 persone affette da patologie invalidanti quali SLA e tetraplegie ( esiti di ictus e traumi cranici, sindrome di Icardi-Goutieres) e e 60 persone sane quale gruppo di controllo. Per ogni utente (sani e pazienti) sono stati svolte 4 sessioni di training da remoto (in video conferenza con controllo remoto) distribuite nell’arco di un mese al fine di calibrare il sistema e formare l’utente all’utilizzo dello stesso. La fase di test invece consiste nel fare alcune domande all’utente che dovrà selezionare alcune sequenze di risposte. Il training si considera ultimato con successo se l’utente riesce a selezionare almeno 4 risposte predefinite senza errori. Il gruppo di volontari sani, così come le persone affette da SLA nella fase iniziale e i pazienti con problemi di mobilità e comunicazione, hanno completato con successo l’attività di training avendo così il 100% di successo. Nel gruppo di persone in stato di locked-in, 20 pazienti su 22 hanno superato con successo la fase di training avendo una percentuale di successo dell’ 91%.